13/01/18 – VENTENNALE AGRIMPRESA
Nascita di un giornale unico per la CIA dell’Emilia Romagna
E’ in arrivo agli associati un numero speciale del nostro giornale Agrimpresa che rivive i primi vent’anni e ciò che è successo in agricoltura e dintorni. Tra i contributi c’è quello di Alberto Gherpelli, allora presidente regionale: siccome sul giornale lo spazio ci ha consentito di riportare solo una parte del suo scritto, qui lo pubblichiamo per intero. Una testimonianza per ieri e per oggi
Nella Risoluzione, approvata il 17/10/ 1995 dall’Assemblea Congressuale Regionale della CIA; sul tema dell’unità del mondo agricolo si affermava: Il momento più alto di unità è stata la Riunione di tutti i Consigli Provinciali delle Organizzazioni Professionali della nostra Regione svolta il 24/2/1994 con l’approvazione del documento unitario che tuttora resta una valida piattaforma politica e programmatica .Un processo organico che ha subito cali di tensione a causa di limiti di “autonomia”verso partiti, schieramenti o poli, nel nuovo e confuso quadro politico. Nonostante ciò si può dire che il livello di convergenza e di unità sia complessivamente, nella nostra regione, più avanzato di quanto non fosse un anno fa, se consideriamo quanto avvenuto sul territorio e nel confronto tra le Organizzazioni a livello regionale nel TAVOLO VERDE che vede l’agricoltura rappresentata a concordare su moltissime cose.
Questo era il clima nel quale si operava, ed è in questa realtà che si cominciò anche a ragionare sugli “strumenti”di cui era dotata la nostra organizzazione nel rapporto con i propri associati. Esistevano sostanzialmente tre giornali strutturati a livello delle provincie. Le tirature erano: un settimanale il Lavoratore dei Campi con 12000 copie, un quindicinale Impresa Verde con 8500 copie: un altro quindicinale il Nuovo Imprenditore agricolo con 11500 copie. Impostazioni diversificate ed autonome, e a volte ripetitive tra le varie testate, e i costi erano abbastanza elevati; si superavano gli 800 milioni di vecchie Lire. Il tema era del come rilanciare il rapporto con la base sociale, come far arrivare su tutto il territorio regionale le proposte, le linee politico professionali dell’organizzazione, sia agli associati, sia al mondo esterno, oltre evidentemente ad un utilizzo delle risorse economiche più efficiente.
I grandi temi che interessavano l’agricoltura , le imprese agricole ed i produttori come imprenditori e come persone; tutti questi problemi che affrontavamo nel confronto tra le organizzazioni e tra queste e l’Ente Pubblico, dovevano arrivare a tutti gli associati e non solo ai gruppi dirigenti dei consigli provinciali e zonali. Già allora si cominciava a registrare un calo della partecipazione degli associati alle varie assemblee locali.
I grandi temi della cooperazione e dell’associazionismo meritavano un coinvolgimento diretto dei produttori: eravamo convinti, che era indispensabile rilanciare su tutto il territorio regionale le elaborazioni unitarie sulla cooperazione e sull’associazionismo, ed avviare confronti con i nostri associati cooperatori, con gli organismi sindacali e con i gruppi dirigenti delle cooperative e delle associazioni stesse.
Il 29 aprile del 1994 il Consiglio Regionale della CIA fu chiamato a discutere del tema della stampa dell’organizzazione, da li, la decisione di svolgere incontri con gli organi dirigenti in tutte le Provincie. per discutere attorno al tema della riorganizzazione della stampa dell’organizzazione. Come era previsto furono incontri molto positivi e importanti: nel dibattito scaturirono tantissimi problemi, la storia di ogni giornale molto diversa tra di loro, preoccupazioni sulle reazioni degli abbonati, visioni diverse sul ruolo dei giornali delle organizzazioni, dubbi sulla capacità di riuscire nell’operazione della riorganizzazione e dell’obiettivo di un unico giornale regionale, la grande preoccupazione di chiudere esperienze positive, per lanciare uno strumento nuovo con il rischio di fare ”un buco nell’acqua”.
Il 22 dicembre del 1994 il Consiglio Regionale della CIA esaminò ampiamente i i temi e problemi scaturiti tra i vari uno più di tutti era al centro, dovevamo fare un settimanale o un quindicinale; discussioni a volte interminabili, tutte importanti, forse anche enfatizzate per creare difficoltà all’operazione, qualcuno temeva di perdere la possibilità di far sentire la propria voce; si voglia o no effettivamente erano strumenti di potere verso i nostri associati; alla fine scaturì un orientamento positivo, anche in quell’occasione lo “spirito di squadra” la volontà unitaria, la solidarietà tra le varie provincie e tra queste e il regionale furono gli elementi che portarono il consiglio regionale a decidere di operare per costruire un progetto. Le Assemblee Congressuali Provinciali e La prima Assemblea Congressuale della CIA Regionale svolta nell’ottobre 1995 ci aiutò a far “maturare“ la decisione tra gli associati. Gli organi dirigenti Regionali scaturiti dall’assemblea, dopo ulteriori riflessioni durate quasi tutto l’anno 1996, alla fine diedero vita ad una Commissione Stampa con il compito di definire un progetto, la commissione era formata dal Direttore regionale Mario Pretolani, Roberto Lugli, Paola Pula, Giulio Felicetti, Piero Peri, Maurizio Giovanardi. La commissione inizio il proprio lavoro all’inizio del 1997.
Nella Presidenza Regionale del 6 agosto 1997 a tutti i Presidenti Provinciali fu consegnato il progetto poi con il primo numero si avviò il percorso; perché dico percorso, perché per vari motivi la CIA di Forli non aderì subito, ma questo avvenne successivamente. Ho voluto richiamare i membri della Commissione perché unitamente alla Presidenza Regionale sicuramente sono stati i più impegnati a raggiungere l’obiettivo, con questo non sottovaluto minimamente i vari amici delle CIA provinciali, che con il loro atteggiamento personale, a volte rinunciando a posizioni di ”prestigio” hanno favorito il percorso.
Oggi abbiamo un utile “strumento”, (mi scuso con i redattori per il termine utilizzato), mi sento di dire che si è operato e si sta operando con la massima attenzione alle novità, al futuro. AGRIMPRESA è uno dei risultati di quel gioco di ”squadra” che allora funzionava, e che ci ha permesso di ottenere positivi obiettivi su molti versanti: ora oltre a festeggiare i vent’anni di AGRIMPRESA, e i 40 della CIA, siamo in periodo Congressuale.
La storia di AGRIMPRESA, mi porta a proporre due temi; oltre ai grandi temi proposti agli associati, sulle strategie economiche, politico professionali ed ora che si è ben definito il ruolo dell’imprenditore alla guida politica dell’organizzazione e il relativo ruolo dei direttore, mi pare che ci sia il” tema” degli operatori interni che meriti una attenta riflessione sul come valorizzare le risorse umane e culturali presenti negli apparati operativi. Nella mia storia personale mi sono trovato con altri a sostenere la necessità di un coinvolgimento maggiore dei produttori alla guida politica dell’organizzazione, l’altro “tema“ i produttori che nella loro attività produttiva hanno operato con protagonismo, legittimamente pensano di trasferire questa voglia di fare; questo protagonismo all’interno dell’organizzazione; l’organizzazione è una cosa molto diversa dalla propria impresa agricola, e quella voglia di fare si trasforma in fatti concreti nell’attività dell’organizzazione se riesce a coinvolgere, far diventare realmente protagonisti e attori principali della vita della organizzazione i dirigenti e gli operativi ai vari livelli, le risorse umane che operano quotidianamente all’interno dell’organizzazione, sono il motore dell’organizzazione. So di dire cose vecchie, scontate, che forse sanno un po’ troppo di passato, senza voler insegnare a nessuno a fare il proprio lavoro; però non mi pare così fuori luogo, richiamare e affermare che la CIA non è un puro consorzio di servizi: almeno spero; ma è, una cosa un po’ diversa.
40 anni fa abbiamo messo assieme, non solo degli strumenti, delle sigle, dei servizi ecc: ma abbiamo UNIFICATO DEI VALORI ; MESSO ASSIEME DELLE STORIE: SINGOLE E COLLETTIVE .Chi opera all’interno deve conoscere la storia dell’organizzazione e il perché dell’esistenza di questa struttura. Deve acquisire la diversità dell’operare nella organizzazione a confronto con l’esterno. Se i nostri operatori non conoscono la storia del mondo agricolo, forse una qualche mancanza l’abbiamo anche noi, ex dirigenti e i nuovi dirigenti, Presidenti ai vari livelli. Ma quando manca il gioco di ”squadra” ed un reale confronto democratico, si corrono rischi enormi per lo sviluppo dell’organizzazione.
Io mi scuso se sono andato oltre il tema. Se quanto detto sono cose inutili, mettetele nel cestino; se invece meritano di attenzione riflettetele; perché alla fine c’è sempre un giusto o sbagliato “gioco“ di squadra. Chiudo richiamando e riconfermando con soddisfazione, quanto avevo detto nell’ultima Relazione Congressuale del 1999; dissi: oggi possiamo festeggiare tutti assieme l’unificazione dei giornali locali in AGRIMPRESA, efficace strumento di informazione, comunicazione e servizio per le imprese socie e per gli interlocutori sociali ed istituzionali.
Alberto Gherpelli