ROMAGNA

COMUNICATI STAMPA ROMAGNA

Il Prefetto di Ravenna in visita a Cia Romagna. Lavoro e manodopera al centro dell’incontro

Il Prefetto di Ravenna Castrese De Rosa nei giorni scorsi si è recato in visita alla sede territoriale di Ravenna di Cia- Agricoltori Italiani Romagna. È stato accolto dal Presidente e dal Direttore di Cia Romagna, rispettivamente Danilo Misirocchi e Alessia Buccheri, insieme a Miriam Bergamo, responsabile Servizi alle persone, e a Danilo Donati, responsabile territoriale di Ravenna.

L’incontro si è svolto in un clima molto positivo e collaborativo ed è stato espresso da parte del Presidente Misirocchi, a nome di tutta Cia Romagna, un sentito e particolare apprezzamento al Prefetto De Rosa per la sua visita alla sede ravennate e per la grande disponibilità all’ascolto e alla conoscenza delle realtà locali.

Tante le tematiche e le preoccupazioni affrontate nel corso della visita. Lavoro e manodopera il tema centrale dell’incontro, sul quale c’è stata un’interazione articolata e approfondita.

Misirocchi ha voluto mettere in evidenza i problemi strutturali che attanagliano i temi del lavoro e della manodopera, sottolineando la necessità di cambiare le politiche del lavoro, gli oneri sociali, che sono tra i più alti d’Europa; di prendere in considerazione di realizzare una formazione pubblica dei lavoratori, dal momento che le aziende non sono in grado di pagarla, considerano il difficile quadro dell’economia in generale e le difficoltà specifiche sempre in aumento del mondo agricolo. Inoltre, Misirocchi ha sottolineato la necessità di giungere a una nuova gestione degli stagionali, forza lavoro che si dipana in diversi periodi dell’anno: dalla primavera con la raccolta delle fragole, all’inverno nei vivai.    

Cia ha voluto far presente al Prefetto l’insufficienza dei flussi migratori, date le richieste importanti anche negli altri settori, e il verificarsi di forme di sciacallaggio dei lavoratori da parte di alcune aziende verso altre.  A ciò si aggiunge, in certi casi, l’abbondono di ettari di colture a causa di mancanza di manodopera. Una situazione sempre più frustrante, con il prodotto che c’è e che non si riesce a raccogliere. Altra necessità sarebbe quella di accelerare le pratiche dei richiedenti asilo, perché questa è l’unica forza lavoro trovata da certe aziende.

Misirocchi ha illustrato al Prefetto le azioni che Cia sta portando avanti sul tema flussi migratori con i ministri Patuanelli e Orlando. Su questo tema Cia Romagna ha inviato una nota tecnica al Prefetto per permettergli di intervenire sulla richiesta di anticipo del decreto flussi. Il Prefetto ha manifestato massima disponibilità a rivolgere l’attenzione al mondo delle imprese agricole e del settore agroalimentare, oggi particolarmente colpiti da una serie di complicazioni, per agire di concerto con le varie istituzioni e assicurare un ulteriore impulso per la crescita e lo sviluppo del nostro territorio.

Fra gli altri temi affrontati:  cambiamenti climatici; fauna selvatica, per la quale Cia dal 2018 chiede la modifica della L. 157/92 per passare dalla tutela al controllo della stessa; aree interne;  futuro green, Farm to Fork, biologico e agricoltura integrata.

L’agricoltura in piazza: torna la festa del Primo Maggio con Cia Romagna a Santarcangelo


Domenica mattina apertura con l’imponente corteo dei trattori, poi musica, animazione, mercato contadino e ligaza in piazza Ganganelli

Domenica 1° maggio a Santarcangelo di Romagna, dopo due edizioni sospese a causa della pandemia, torna finalmente l’Agricoltura in piazza, la tradizionale iniziativa promossa da Cia Romagna per celebrare la Festa del Lavoro.

La mattina, alle 9.30 circa, la manifestazione si aprirà con limponente corteo dei mezzi agricoli da piazza Gramsci, lungo via Garibaldi, via Mazzini e ritorno. I mezzi agricoli resteranno poi in mostra, facendo ammirare al pubblico esemplari d’epoca e giganti moderni. 

Alle 11.30 in piazza Ganganelli il saluto del presidente di Cia Romagna Danilo Misirocchi, del vicepresidente Lorenzo Falcioni e della sindaca Alice Parma. 

La piazza principale di Santarcangelo sarà il cuore della manifestazione, ospitando sin dal mattino il mercato agricolo con gli stand dei produttori locali e i sapori della nostra terra, animazione e giochi con il ludobus Scombussolo, musica con Sergio Casabianca e i cantastorie, e le lunghe tavolate per condividere la ligaza a pranzo. La festa proseguirà poi anche nel pomeriggio con musica e animazione a cura della Pro Loco.

“Ripartiamo dalla tradizione per costruire un futuro che sarà molto diverso da quello che immaginavamo fino a pochi anni fa – commenta Danilo Misirocchi -. Cia Romagna c’è, e il nostro percorso è ancora più valido in un momento come questo, in cui la rappresentanza e i corpi intermedi stanno confermando tutta la loro importanza non solo per tutelare e far crescere i propri associati, ma anche per lo sviluppo del territorio e della comunità locale”.

“Siamo felici di tornare a festeggiare il Primo Maggio Cia a Santarcangelo – afferma Lorenzo Falcioni -, è una manifestazione che ha decenni di storia. Quest’anno portare gli agricoltori in piazza per festeggiare il lavoro rappresenta il tentativo di un ritorno alla normalità, seppur in un momento così difficile e complicato che, fra pandemia e guerra, di normale pare non avere nulla. E’ importante perciò riappropriarci di consuetudini che ci riportino a relazioni più dirette, più vere, più semplici, come ci insegnano il lavoro agricolo e la campagna”.

Manodopera, sempre maggiori difficoltà e flussi migratori insufficienti

Alla già grave situazione del reperimento di mandopera si aggiunge anche l’insufficienza dell’assegnazione nell’ambito dei decreti relativi alla regolamentazione dei flussi migratori. Cia chiede la riassegnazione dei flussi a inzio maggio e non a giugno, come previsto, e inoltre maggiore attenzione alle necessità territoriali.    

Il paradosso del lavoro stagionale, fa notare il presidente di Cia Romagna Danilo Misirocchi, intervistato dal Corriere Romagna, «È che in realtà ogni stagione ha il suo lavoro stagionale: è un problema con cui l’agricoltura si misura costantemente e che comincia in primavera con la raccolta delle fragole e prosegue fino alla raccolta delle mele in inverno. Ed è diventato di proporzioni tali nell’ultimo periodo che ci sono aziende che di fronte alla difficoltà di reperire manodopera arrivano persino a rinunciare a fare investimenti».

Clicca qui per l’intervista del Corriere di Romagna sull’argomento, a firma di Giorgia Canali, al presidente di Cia Romagna Danilo Misirocchi.   

Clicca qui per il comunicato stampa di Cia Emilia Romagna con le dichiarazini del presidente Cia regionale Cristiano Fini. 

Stefano Francia confermato presidente nazionale dei giovani agricoltori Cia

Tra priorità del nuovo mandato accesso al credito e al capitale fondiario

Stefano Francia è stato riconfermato presidente nazionale di Agia, l’Associazione dei giovani imprenditori agricoli di Cia-Agricoltori Italiani, dalla VI Assemblea elettiva che si è svolta ieri a Roma. Trentatre anni, imprenditore agricolo nel settore ortofrutticolo e sementiero, Francia è stato già vicepresidente regionale Emilia-Romagna, coordinatore Agia Ravenna e vicepresidente Cia Ravenna. Attualmente è anche presidente di Condifesa Ravenna e del Consorzio di Bonifica della Romagna.

Nelle parole del rieletto presidente Agia-Cia – che ha ringraziato i delegati presenti per la fiducia accordata al suo secondo mandato – la sintesi di un percorso importante passato attraverso le difficoltà dell’emergenza sanitaria, ma chiaro ed efficace negli obiettivi e negli interventi.

“La guerra in Ucraina sta di nuovo cambiando il corso della storia più recente già segnata dagli effetti devastanti della pandemia. A più di un mese dal conflitto sono stati calpestati i diritti civili, compromesse le relazioni geopolitiche internazionali e messe in seria crisi le economie nazionali ed europee, destabilizzate dall’incertezza di materie prime cruciali come gas e fertilizzanti. L’agricoltura è, ancora una volta, chiamata a garantire la sicurezza degli approvvigionamenti e i suoi giovani a trainare quella transizione ecologica e digitale, già centrale nei nostri ultimi quattro anni di vita associativa e ora realmente determinanti per la sostenibilità del Paese e dell’Europa. Ѐ lungo questa traiettoria che dobbiamo continuare a muoverci adesso, affrontando con più determinazione, consapevolezza e competenza le progettualità di PNRR e Pac”.

Priorità alla formazione dei giovani imprenditori agricoli e della rappresentanza di categoria; all’innovazione scientifica e tecnologica a servizio della sperimentazione nei campi; alla digitalizzazione per il rilancio delle aree interne e a una governance Ue dei dati, più equa e inclusiva per gli agricoltori, al dialogo interprofessionale per strumenti più adeguati alla gestione del rischio come agli scambi internazionali per l’integrazione e la crescita condivisa.

“Dobbiamo guardare con lucidità allo scenario globale, economico e anche climatico, per individuare strade utili a garantire sicurezza alimentare, qualità e competitività – ha affermato il presidente Francia -. Occorre dare sostegno concreto ai 50 mila giovani imprenditori agricoli e zootecnici di cui gode il Paese e che rappresentano anche il 20% dei più interessati investitori in chiave sostenibile e innovativa. Agia-Cia continuerà per questo anche a spingere sul valore del sostegno alla cooperazione per il rinnovo generazionale, attraverso forme di affiancamento giovani-pensionati, oggi finalmente tra gli strumenti dello sviluppo rurale”.

Per Agia-Cia sono queste le fondamenta per la costruzione di una reale transizione ecologica e digitale di cui la guerra non ha fatto che acuire l’urgenza, colpendo il reddito delle imprese con l’aumento dei prezzi e costi di produzione insostenibili. Una sfida che i giovani potranno cogliere se supportati soprattutto nell’accesso al credito e al capitale fondiario quali leve strategiche tra le più importanti per il ricambio generazionale in agricoltura come anche definito dal Piano strategico nazionale per la Pac 2023-2027.

Ecco perché dalla VI Assemblea di Agia-Cia parte anche la rinnovata collaborazione con Crédit Agricole per offrire ai giovani imprenditori agricoli associati finanziamenti finalizzati, sostenuti da garanzia ISMEA o FCG, per l’acquisto di porzioni di terreno, miglioramenti strutturali e ambientali. Con il supporto di Agia-Cia nell’analisi di fattibilità, saranno riconosciuti interventi di sostegno, esclusivamente sulla base del merito creditizio delle aziende a insindacabile giudizio della Banca, orientati alla sostenibilità nel lungo periodo dell’iniziativa portata avanti dai giovani imprenditori.

“Guardare oggi alla modernità – è intervenuto il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani Dino Scanavino – vuol dire mettere al centro delle strategie per il futuro, innovazione scientifica, tecnologica e genetica e riconoscere ai giovani, anche dell’agricoltura, la guida di questa importantissima sfida. Non si può lavorare per la sostenibilità ambientale, economica e sociale senza potenti iniezioni di innovazione. Questa è la via obbligata da percorrere se vogliamo davvero scegliere un approccio non arcaico per lo sviluppo e usare bene i 191 miliardi di euro del PNRR che guardano a green e digitale. Serve un’Europa che riconosca all’agricoltura centralità economica e un’Italia più rapida nelle decisioni. Spazio per i giovani capaci di trainare il cambiamento, aperti al mondo e promotori di partecipazione, condivisione e integrazione. Serve fare sintesi e in questo senso è lodevole il lavoro fatto negli anni da Agia-Cia e che questa sua VI Assemblea elettiva, con il coinvolgimento di Ismea, Fao, Enea, Crédit Agricole, esponenti delle istituzioni nazionali ed europee, ha ben rappresentato”.

Pioggia: “Grazie al cielo, ma non basta”

35 mm appena sufficienti a sciogliere il concime e far crescere il mais. Per il grano si prevede un calo medio del cinquanta per cento. Preoccupazione anche per frutteti e vigneti

Le piogge sono arrivate e in Romagna sono anche state “intelligenti”, ma non sufficienti. “Dopo periodi così prolungati di assenza di pioggia, oltre cento giorni nel 2022, ma è il terzo anno consecutivo di siccità, rende molto bene l’idea dell’importanza di questo tipo di precipitazioni la definizione “intelligenti” del meteorologo Pierluigi Randi. Si è trattato infatti di piogge non violente e distribuite nell’arco di molte ore – afferma il presidente di Cia Romagna, Danilo Misirocchi –  È purtroppo  evidente che non bastano e servirebbe altra pioggia per dare respiro ai terreni arati o seminati. Oltre ai seminativi, con la totale ripresa vegetativa, anche frutteti e vigneti andranno in stress idrico”.

La situazione è grave anche dove ci sono sistemi di irrigazione, sia con invasi interaziendali sia con acqua del Cer (Canale emiliano romagnolo), che viene dal Po. “Nel primo caso ci sono difficoltà a riempirli – specifica Misirocchi – nel secondo il livello del fiume Po rappresenta una preoccupazione reale, con la secca più grave invernale degli ultimi 30 anni. A queste difficoltà si aggiunge il fatto che per irrigare serve energia elettrica o gasolio, e il rincaro dei prezzi andrà a incidere sui costi di produzione in maniera significativa”.

In Emilia-Romagna piove ormai meno che in Israele e i circa 35mm medi caduti nei giorni scorsi in Romagna sono solo un piccolo ristoro, appena sufficiente a far sciogliere il concime e far crescere il mais. Il nostro territorio a vocazione ortofrutticola e cerealicola è in sofferenza a causa di questo deficit. Le previsioni dell’Ufficio studi di Cia-Agricoltori Italiani, ad esempio, stimano un calo medio del 50% del grano, duro e tenero, e per altre produzioni tardive un calo medio di circa il 20%, se pioverà bene e arriverà nutrimento e al netto di danni da gelo. Questa situazione siccitosa conferma i cambiamenti climatici in atto, con la necessità per gli agricoltori di costruire invasi interaziendali per avere disponibilità di acqua – afferma Misirocchi – È l’ennesima prova che la crisi idrica va affrontata con progetti e piani europei di adattamento climatico, più ricerca e innovazione a portata delle aziende agricole, con infrastrutture di conservazione dell’acqua piovana e con una nuova rete idraulica per il Paese”

In merito a questi argomenti,  Cia Romagna – in collaborazione con il Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale – invita gli interessati a partecipare lunedì 11 aprile a Faenza nella sala conferenze “Santini” del Consorzio (via Castellani n. 26, ore 20.30) alla serata di approfondimento sui temi: invasi e reti di distribuzione idrica, opere realizzate e in fase di realizzazione e progetti futuri; piani di investimenti in aziende agricole (Misura 4.1.01): incentivi per la realizzazione di impianti di irrigazione e di invasi aziendali.

Lo spettro che preoccupa non poco è rappresentato da fenomeni temporaleschi estremi, che incrinerebbero ulteriormente il livello idrogeologico con pericolo di frane, e dalle previsioni di cambi bruschi delle temperature che riaccendono i timori per le gelate tardive, che nel 2021 provocarono oltre 800 milioni di danni alla frutticoltura primaverile ed estiva.

Per Cia, quindi, si fa sollecita l’urgenza di stringere il cerchio su questioni chiave contro il cambiamento climatico, con strumenti, più adeguati e flessibili, in ambito assicurativo e di gestione del rischio. Occorre portare a vantaggio delle imprese l’agricoltura di precisione e occuparsi della difesa attiva delle colture, incentivando investimenti in tecnologie specifiche di protezione sia tradizionali sia innovative e multifunzionali. 

Le conseguenze della guerra mettono in ginocchio mais, zootecnia, vino, proteaginose: servono interventi immediati

Il presidente Misirocchi: partire subito con l’eliminazione dell’Iva sulle accise per il gasolio e gli incentivi alla semina

Per permettere alle aziende agricole di fronteggiare gli effetti della guerra russo-ucraina, acuiti dal caro-energia e dal boom dei prezzi delle materie prime, bisogna partire subito con l’eliminazione dell’Iva sulle accise per il gasolio e con gli incentivi alla semina di mais, fino alla rimodulazione degli obiettivi del Green Deal. E’ questa la richiesta alle istituzioni nazionali ed europee contenuta nell’ordine del giorno approvato da Cia-Agricoltori Italiani.

“L’era moderna ci aveva fatto credere di essere immuni dalle tragedie del passato: purtroppo abbiamo visto che non è così – afferma il presidente di Cia Romagna, Danilo Misirocchi -. Prima siamo stati colpiti da una pandemia mondiale e ora ci troviamo con una guerra in Europa. Il conflitto in Ucraina sta sconvolgendo quotazioni e mercati, il settore agroalimentare è uno dei più colpiti e l’economia agricola rischia il cortocircuito, perché le imprese si trovano a lavorare in perdita: i prezzi non riescono più a coprire i costi di produzione, tra il +120% delle bollette energetiche, il carburante alle stelle e i prezzi dei fertilizzanti triplicati. Questi eventi si aggiungono agli effetti negativi della pandemia, in particolare sull’approvvigionamento delle materie prime”.

In questa situazione Cia avanza proposte di breve e medio periodo, da attuare sia da parte del Governo nazionale sia da parte dell’Unione Europea. “Ovviamente questi interventi vanno portati avanti seguendo un obiettivo primario per i cittadini e per le imprese – precisa Misirocchi -, ovvero adottare in sede diplomatica ogni iniziativa per la cessazione immediata della guerra e agevolare un processo di pace stabile e duraturo”.

Cia chiede in particolare al Parlamento l’impegno in sede comunitaria per assicurare la proroga del temporary framework “Covid 19”, che consente agli Stati Membri di adottare misure di intervento in deroga alla disciplina ordinaria sugli aiuti di Stato; la sospensione del Patto di Stabilità e Crescita oltre i termini di scadenza stabiliti; il reperimento di risorse Ue per un Piano straordinario secondo la logica adottata per la gestione della pandemia.

“Si tratta della condizione necessaria per poter introdurre misure in soccorso del settore primario – continua il presidente di Cia Romagna -. Nel breve periodo devono consistere nell’introduzione di sostegni volti a remunerare le perdite delle imprese agricole per l’aumento dei costi di produzione (fisco, credito d’imposta, fondi ad hoc per la sostenibilità economica delle aziende) e interventi specifici per i comparti direttamente colpiti dalla crisi russo-ucraina come mais, zootecnia, vino, proteaginose”.

Il testo dell’Ordine del giorno approvato dal direttivo nazionale Cia (pdf)

L’Assemblea elettiva di Cia Romagna conferma all’unanimità Danilo Misirocchi presidente per i prossimi quattro anni

Stiamo affrontando un momento storico particolare. In questo contesto difficile serve un’organizzazione forte che ci rappresenti. Dobbiamo tenere presente la nostra azienda, ma abbiamo il dovere di spingerci oltre i suoi confini e di rappresentarci poiché dove non siamo noi, altri decidono per noi”

L’assemblea dei delegati di Cia Romagna, riunitasi il 21 febbraio a Rimini, ha confermato Danilo Misirocchi presidente della confederazione anche per il prossimo quadriennio.

Già presidente pro-tempore di Cia Romagna dalla sua fondazione a fine 2017 – attraverso la fusione delle Cia provinciali di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini – Misirocchi era stato eletto alla carica di presidente nel 2018 ed è ora al secondo mandato. 

Stiamo affrontando un momento storico particolareha affermato Misirocchi nella propria relazionestiamo facendo i conti con una pandemia mondiale, le conseguenze economiche che questa comporta e comporterà, le tensioni internazionali che stiamo vivendo, i cambiamenti climatici che stiamo subendo, una nuova PAC che sta partendo. In questo contesto difficile serve un’organizzazione forte che ci rappresenti. La Cia Romagna, quale componente importante del sistema Cia, cercherà di dare il proprio contributo partendo dal territorio in quanto questo è il punto di partenza e di arrivo di tutta l’attività politica e dei servizi”.

In questi anni ci siamo confrontati in tutti i contesti istituzionali con un maggior peso dovuto ai numeri che rappresentiamoha evidenziato il presidenteSui temi locali siamo stati presenti con il radicamento sul territorio, coinvolgendo gli associati nella vita dell’organizzazione. Abbiamo affrontato oltre ai temi interni, diversi temi politici: il mercato del lavoro, la nuova PAC, la frutticoltura, la viticoltura, l’olivicoltura, la copertura del rischio, la bonifica ovvero il tema acqua in agricoltura per l’irrigazione e gli impianti antibrina, le iniziative per fare fronte alle varie calamità, la fauna selvatica”.

Questi temi sono quelli portanti del programma politico-sindacale dei prossimi anni: futuro green, gestione dei cambiamenti climatici e questioni ambientali, da affrontare con informazioni corrette basate sulla scienza e non sull’ideologia; cura delle aree interne e importanza di tecnologie, infrastrutture, accesso alla rete, servizi, welfare; l’attenzione alla zootecnia e alla silvicoltura; il tema dell’acqua, per l’irrigazione e per l’utilizzo negli impianti antibrina, come far arrivare acqua fino alla parte sud di Rimini (il Cer arriva a Rimini nord) e sviluppo di altri invasi interaziendali. E poi ancora il terreno sul quale è necessario proseguire nelle azioni: ricambio generazionale, l’imprenditoria femminile, tutela reddito, equa distribuzione del valore, fauna selvatica e copertura del rischio; manodopera di base e specializzata; semplificazione e alleggerimento burocratico. Cia è anche servizi, non solo agli agricoltori, ma a tutti i cittadini e anche su questa parte l’impegno è quello di consolidare e potenziare l’offerta.

Una componente importante della nostra associazione sono le associazioni di personeha proseguito MisiorcchiL’Anp Romagna è stata molto attiva nella proposta e nell’attività politica, si è occupata di welfare, sanità e pensioni. Donne in Campo dovrà continuare a lavorare per valorizzare l’imprenditoria femminile e porre all’attenzione le problematiche di genere. I giovani di Agia dovranno trovare metodi nuovi per avvicinare i giovani all’associazione”.

Voglio sottolineare una cosa che mi rende orgoglioso di appartenere a questa associazioneha sottolineato MisirocchiLa Cia appartiene a noi associati, non abbiamo finanziamenti esterni che ci legano a qualcuno o ci condizionano nell’azione politica. Dobbiamo sempre avere presente che la nostra azienda non finisce all’interno dei propri confini, abbiamo il dovere di spingerci oltre e di rappresentarci poiché dove non siamo noi, altri decidono per noi. Rappresentarci significa anche scegliere le strategie con cui farlo, sotto questo aspetto è fondamentale condividere percorsi e costruire alleanze col resto della rappresentanza”.

Misirocchi ha posto l’attenzione, inoltre, sull’importanza di tenere aperto il dialogo e la collaborazione con tutte le organizzazioni di rappresentanza del mondo economico, non solo con quelle del settore agricolo, e ha ribadito la positività della costituzione del tavolo dell’imprenditoria a livello romagnolo. “Proprio nei momenti difficili della primavera 2020 è stata riscoperta l’importanza dei corpi intermedi. La Cia – ha concluso Misirocchi – per quello che è, e per quello che rappresenta, può dare un contributo importante nell’affrontare un futuro complicato con l’impegno di tutti noi, con la nostra partecipazione. Come cantava Gaber: libertà è partecipazione”.

Anp Romagna – Wiliam Signani e Oretta Pedini confermati alla guida dell’Associazione pensionati

L’ottava assemblea elettiva dell’Associazione nazionale pensionati Anp di Cia Romagna ha confermato nelle loro cariche il ravennate Wiliam Signani, rieletto presidente Anp, e la riminese Oretta Pedini, quale vice presidente:  due delle colonne portanti di Cia-Agricoltori Italiani, che hanno guidato, tra l’altro, i primi quattro anni in veste “Romagna” dell’Associazione pensionati di Cia (2018-2022).

Agricoltura, sanità, welfare le aree tematiche in merito alle quali si sono confrontati  i partecipanti, partendo dal documento:  “Riprogettare il futuro, per un rinnovato sistema socio-sanitario pubblico e un nuovo impegno sociale”.

Forte la presenza delle istituzioni ai vari livelli: sono intervenuti  infatti all’Assemblea Anp, svoltasi a Faenza nei giorni scorsi, il senatore Stefano Collina, la consigliera regionale Manuela Rontini e il vice sindaco di Faenza Andrea Fabbri.

In molti hanno ribadito come l’attività dell’Associazione pensionati, così come quella del settore agricolo, non si sia mai fermata nonostante le difficoltà dovute alla pandemia. Il Presidente Signani ha rinnovato il sostegno alla campagna vaccinale e la fiducia nella scienza. Ha sottolineato poi l’importanza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr),  quale programma ambizioso e grande risorsa volta al cambiamento e all’innovazione, in campo economico e sociale; ha ricordato che tutti gli impegni per realizzare una maggiore sostenibilità del sistema produttivo, ancor più rispettoso dell’ambiente e della qualità della vita delle persone, devono poter salvaguardare il reddito aziendale degli agricoltori.

“Il fulcro delle tematiche affrontate quotidianamente dall’Anp è incentrato sulle politiche sociali, sanitarie e previdenziali, con l’obiettivo su più fronti di raggiungere una più alta qualità della vita, garantire pensioni dignitose ai nostri anziani, tutelare donne e giovani, con una particolare attenzione alle aree rurali ha affermato SignaniOccorre ridurre il divario territoriale in termini di infrastrutture e servizi e attraverso un welfare di comunità affermare un distretto socio economico delle aree interne dove il cittadino trovi un riscontro positivo per restarvi”.

Gli argomenti trattatisono stati molteplicie rappresentanola piattaforma politica dell’Associazione pensionati Anp di Cia Romagnaanche per i prossimi quattro anni: dal proseguimento della mobilitazione sul sistema pensionistico affinché siano recepite le richieste dell’Associazione fino alla riflessione sui servizi necessari per un Paese come l’Italia che, da dati Eurostat, ha la popolazione più longeva d’Europa, con la previsione che fra un decennio gli over 65 saranno circa un terzo sul totale degli abitanti.

“Autodifesa” dai cinghiali: bene l’estensione ad agricoltori, familiari e persone di fiducia introdotta dalla Regione

Devastazioni di coltivazioni, allevamenti e prati adibiti al pascolo: cinghiali e altri selvatici sono diventati insostenibili per l’agricoltura

Il provvedimento della Regione (Dgr 1793), recentemente approvato, permette ai proprietari o conduttori dei fondi di avvalersi dei propri familiari o dipendenti e di due coadiutori di fiducia per realizzare piani di controllo e ‘autodifesa‘ per contenere i cinghiali. La Dgr 1793 di approvazione del piano di controllo dei cinghiali è stata inoltre integrata dalla DGR n. 2093/2021 correggendo la precedente prescrizione e prevedendo che gli agricoltori già autorizzati ad esercitare sui terreni da loro condotti l’autodifesa siano abilitati a proseguire l’attività.

Nella parte della delibera riguardante  “Personale coinvolto, autorizzazione e coordinamento dell’attività di controllo”, dopo le parole “purché muniti di abilitazione all’esercizio venatorio alla specie cinghiale” è stata aggiunta la frase “fatta eccezione per  coloro che sono stati autorizzati ad operare dalle Province e dalla Città Metropolitana di Bologna in virtù di precedenti Piani di controllo.”

 Il risultato raggiunto è di fondamentale importanza ed è stato ottenuto dopo un importante lavoro politico svolto da CIA nei confronti della Regione. Per Cia Romagna si tratta di un passo avanti per contrastare l’invasività di questi selvatici che arrecano danni alle coltivazioni e agli allevamenti. 

“In questo modo si agevola l’agricoltore nell’effettuare l’indispensabile azione di autodifesa e a intervenire con tempi più rispondenti alle necessità– spiega Danilo Misirocchi, presidente di Cia Romagna – Apprezziamo lo sforzo che la Regione sta facendo per modificare la Legge regionale 8/94, sulle disposizioni per la protezione della fauna selvatica e per l’esercizio dell’attività venatoria, adeguandola alle mutate esigenze”.

In materia di fauna selvatica, uno dei fronti ancora aperto a livello nazionale è la proposta di modifica della legge 157/92. “Il confronto costante che il livello regionale di Cia ha con l’Assessore Mammi si inserisce anche nel percorso importante della proposta di modifica della Legge nazionale sulla caccia 157/92, un percorso che Cia ha avviato anni fa negli incontri con le commissioni parlamentari, con il presidente della regione, coi prefetti – prosegue Misirocchi – Le proposte sino ad ora presentate in Parlamento, purtroppo, non hanno prodotto alcun risultato. Non ci sono solo i cinghiali, ci sono anche i lupi, gli storni, le nutrie. Non si può andare avanti all’infinito, la situazione è diventata insostenibile per l’agricoltura e in molti casi per la sicurezza stradale”.

Il provvedimento recentemente approvato dalla Regione – sul quale l’assessore Alessio Mammi è intervenuto anche nel corso della presentazione dell’Annata Agraria di Cia Romagna- consente, inoltre, agli agricoltori sino ad oggi autorizzati dalla Polizia provinciale, di esercitare sui terreni in conduzione l’autodifesa e di essere esonerati dall’obbligo di ottenere una specifica abilitazione alla specie cinghiale in quanto negli anni hanno maturato le conoscenze e le capacità ora richieste.

Per coloro che ne faranno richiesta – e che non hanno mai attuato l’autodifesa – invece sarà necessario acquisire la specifica autorizzazione a seguito della frequentazione di un corso e il superamento del relativo esame.

La collaborazione tra rappresentanze e istituzioni e la collaborazione fra tutte le rappresentanze è uno degli obiettivi di Cia Romagna – conclude Misirocchi – Occorre trovare soluzioni applicabili, cercare di superare gli ostacoli, in questo ambito specifico e per le tante altre questioni aperte che riguardano il settore”.

La voce di una delle specie meno protette in assoluto in Italia: gli allevatori

Attacchi mediatici e disinformazione sul comparto, ora basta

La zootecnia per Cia Romagna è una parte importante per il futuro di questo territorio, in particolare per collina e montagna: in questi luoghi si carica ancora di più di valore sociale oltre che di valore economico. Quest’attività, come gli agriturismi, in collina e in montagna, serve a tenere vivi i territori, genera un indotto, realizza manutenzione del territorio.

Queste persone sanno benissimo che devono affrontare dei disagi, che sono lontani dall’alta velocità, dalle scuole, dall’università, dal casello dell’autostrada, da tutto, ma stanno in collina perché hanno passione, perché sono legate a quel territorio – afferma Danilo Misirocchi, presidente di Cia RomagnaSe non creiamo le condizioni perché rimangano, quando saranno venute giù moriranno di nostalgia, ma non ci torneranno mai più”.

Il calo delle quotazioni nell’allevamento, i rincari delle materie prime, dei costi dell’energia e dei trasporti, nonché la disinformazione sul comparto, sul benessere animale e su emissioni di CO2 sono alcune delle criticità che si trova ad affrontare la zootecnia. Il 2021 è stato un anno complessivamente complicato. Inoltre andamento climatico e fauna selvatica, sempre più impattante, tormentano un comparto già vessato.  

Questi alcuni dei temi approfonditi nel corso della presentazione dell’Annata Agraria della Romagna, organizzata da Cia, con il referente del settore zootecnico Antonio Bonelli e due allevatori: Stefania Malavolti, coordinatrice di Donne in campo; Matteo Pagliarani, presidente dei giovani agricoltori (Agia Romagna).

Dagli interventi emerge con forza che allevare significa passione, sacrifici, problematiche e frustrazioni.

I controlli su questo comparto sono alquanto numerosi, scrupolosi e stringenti (Asl, Arpa, Forestale), ma devono essere anche sostenibili. Se non si registra la nascita di un vitello entro le otto ore sono guai seri; se trasporti dalla sala parto alla sala allevamento un vitello appena nato dentro la carriola si finisce sui social o in tv per presunto maltrattamento animale: “Sfido chiunque – dice Stefania Malavolti di Casola Valsenio – a trasferire in braccio un vitello appena nato di 70-80 kg con anche il rischio di fargli più male che bene. Anche i bambini appena nati vengono trasferiti alla nursery nelle culle e non in braccio”.

Il green, non è semplicemente un campo verde: per mantenerlo, quel verde deve essere  continuamente falciato,  regimato, curato, altrimenti hanno il sopravvento rovi e infestanti e quel terreno non sarà più calpestabile, non sarà più coltivabile, anzi sarà dimora di sterpaglie facilmente incendiabili se abbandonate.

Per lupi e cinghiali basta recintare, ma forse non è chiaro cosa vuol dire recintare terreni in collina e montagna: “non sono campi da calcio, belli squadrati – sintetizza la Malavolti – Ci sono fossi, scarpate, dossi. In campagna si è sempre fatto il recinto agli animali perché non uscissero, ora dobbiamo invece impedire che non entrino gli altri e quindi fare una recinzione molto particolare e resistente. E si sa che un cinghiale quando vuol passare, passa”.

Frequentemente il lavoro degli agricoltori e degli allevatori viene denigrato, con informazioni e messaggi scorretti. L’allevatore è il primo difensore dell’ambiente ed è il primo animalista – specifica Matteo Pagliarani – Il benessere animale è un nostro obiettivo. Gli allevatori sono identificati come inquinatori o come coloro che disturbano il lupo in montagna. Troppe fake news danneggiano un intero settore e disorientano l’opinione pubblica e, a volte, la politica”.

Malavolti e Pagliarani invitano proprio la politica ad intervenire per sensibilizzare, far capire cos’è la zootecnica e suggeriscono di dare un valore a tutti i controlli a cui sono sottoposti, a tutta la carta, ai verbali, alle analisi, agli audit e alle check list e di utilizzarli per smentire messaggi mediatici denigratori.

In tal modo forse anche i nostri giovani si sentirebbero più tranquilli e non scoraggiati a intraprendere l’attività dell’allevamento. Sarebbe deleterio non accompagnare i giovani con questa passione e far sì che questa attività sia per loro duratura nel tempo. Se vogliamo continuare a far sì che i nostri agriturismi, i nostri ristoranti, abbiano una cucina con prodotti di eccellenza, questo è un passo obbligato.

Per costruire un patrimonio zootecnico occorre una vita. Per distruggerlo basta un giorno. Dopodiché, se volessimo rifarlo, non ci riusciremmo più.

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